Nel corso dell’adolescenza i ragazzi vanno incontro ad un insieme di cambiamenti che riguardano tanto il piano fisico quanto quello psicologico e relazionale.

In concomitanza con questi cambiamenti, anche la relazione tra genitori e figli muta, acquisendo caratteristiche diverse e sempre più paritarie. L’adolescente inizia a chiedere maggiore autonomia, libertà e sviluppa sempre più il bisogno di differenziarsi dalle figure parentali, fino ad allora modelli identificativi principali, per poter trovare e definire la propria identità.

Mentre l’adolescente si trova in piena trasformazione, il genitore vive un processo di perdita di potere e autorità, una messa in discussione del proprio ruolo e una sensazione di essere meno importante rispetto a prima.

Sono molto comuni i tentativi di ribellione da parte dell’adolescente, ciò nonostante la presenza del genitore è di fondamentale importanza ed è necessario che continui a svolgere il suo ruolo, adattandosi però ai nuovi bisogni del figlio, cercando di comprendere il suo nuovo modo di comunicare e di relazionarsi con gli adulti.

In questa delicata fase di crescita, tra genitori e figli possono insorgere difficoltà nel modo di relazionarsi che spesso sono causa di conflitti.

I conflitti nascono soprattutto per la disponibilità di denaro, il modo di vestirsi, gli orari per il rientro serale e le attività da svolgere nel tempo libero. Se da parte dell’adolescente vi è una chiara richiesta di autonomia dall’altra, per il genitore, c’è una preoccupazione di fondo e il tentativo di voler controllare il figlio.

Secondo alcuni studiosi, interessati alla psicologia sociale, il modo di relazionarsi dei genitori nei confronti di figli adolescenti si basa principalmente sulla dimensione dell’accettazione e del controllo.

L’accettazione implica l’apprezzamento del figlio per ciò che è, senza pretendere che esso somigli al genitore. Il controllo invece consiste nel saperlo guidare, sostenerlo e consigliarlo sulle sue scelte. A seconda di quanto queste due dimensioni siano presenti all’interno della relazione genitore/figlio, si avranno diverse tipologie relazionali.

Autorevole, quando controllo e accettazione sono presenti in modo elevato. In questa tipologia relazionale, i genitori rappresentano delle guide e dei sostegni per i propri figli. Sensibili ai loro bisogni, li incoraggiano al dialogo per chiarire sia i motivi delle concessioni che quelli delle negazioni per responsabilizzare l’adolescente.

Autoritario, quando si ha una prevalenza di controllo rispetto all’accettazione. Questo tipo di genitore tende a idealizzare il proprio figlio e a volerlo plasmare secondo quelli che sono i suoi ideali lasciando poco spazio alla sua personalità. Ogni qualvolta il figlio si allontana dal concetto ideale espresso dal genitore, viene rimproverato, giudicato e punito. Questo modo di relazionarsi scoraggia il dialogo e l’adolescente viene spesso messo a tacere senza che abbia possibilità di esprimersi. Figli di genitori eccessivamente autoritari tendono a soffrire di ansia, bassa autostima e difficoltà di adattamento.

Permissivo, l’altra faccia della medaglia che vedo un eccessiva presenza di accettazione ma scarso controllo. I genitori permissivi soddisfano ogni desiderio dei figli senza guidarli nelle loro scelte, senza porre standard di comportamento e senza punirli quando necessario. Questo tipo di atteggiamento è interpretato dagli adolescenti come una mancanza di interesse da parte dei genitori, facendoli sentire privi di sostegno nel momento del bisogno.

Trascurantre/Rifiutante, il genitore non controlla i figli, non li sostiene, non esercita il ruolo genitoriale, non apprezza il figlio, non fornisce regole e evita ogni forma di dialogo, non preoccupandosi delle idee e dei sentimenti del figlio, piuttosto, concentrandosi esclusivamente su se stesso. Questo stile educativo mette a rischio il figlio che potrebbe avere uno scarso controllo sulle proprie emozioni e azioni, mancanza di confini, scarsa motivazione e interesse.

Non sempre il conflitto deve essere interpretato come qualcosa di assolutamente negativo, se si adotta un atteggiamento autorevole e in grado di fornire ascolto, appoggio e aiuto, allora si può trasformare il conflitto in comportamenti produttivi, capaci di dare spazio ai propri figli. Per questo motivo è molto importante imparare a comunicare con gli adolescenti e scoprire un nuovo modo di stargli vicino, accettandone la crescita e l’individualità.

Qualora il dialogo fosse difficile e il proprio figlio manifesti segni di disagio e malessere, si può ricorrere all’aiuto di uno psicologo e psicoterapeuta esperto in terapia per gli adolescenti che aiuti il ragazzo e la sua famiglia a prevenire disagi maggiori e che insegni loro come comunicare in modo costruttivo.