Prolungati silenzi, malessere, senso di frustrazione e insoddisfazione sono tutti segnali chiari e inequivocabili della sofferenza vissuta all’interno di una coppia che preannunciano l’arrivo di una crisi alla quale può seguire il processo di separazione.

La fine di un matrimonio o di una relazione è una delle esperienze più dolorose e laceranti che implica un profondo cambiamento psicologico a causa della cessazione di un legame tra due persone, con le loro aspettative e i loro progetti di vita comuni. Nel momento del distacco, non tutte le persone elaborano la situazione allo stesso modo, accade spesso che chi richiede la separazione riesca ad affrontare più velocemente l’esperienza mentre, chi la subisce viva con maggiore difficoltà la situazione.

Il lungo e travagliato processo emotivo che si trova ad affrontare chi subisce la separazione è paragonabile al processo di elaborazione del lutto ed articolato anch’esso in varie fasi: negazione, resistenza, depressione, accettazione. Queste fasi si protraggono nel tempo e continuano ad affliggere la persona anche dopo la separazione di fatto.

Durante la fase di negazione entra in gioco il rifiuto della realtà dei fatti dove chi viene lasciato cerca in tutti i modi di recuperare la situazione pur di evitare la fine del matrimonio o della relazione. Nel caso di una coppia con figli, questi ultimi posso essere usati come ponte di contatto con l’altro coniuge per mandare messaggi di riappacificazione o di ritorno alla vita insieme. Tra i sentimenti troviamo la rabbia per l’abbandono subito, l’odio, la collera e l’angoscia.

Nella fase di resistenza si inizia ad essere maggiormente consapevoli della fine della relazione ma, allo stesso tempo, i rapporti possono via via inasprirsi e non è raro giungere al ricatto, alle accuse e alle implorazioni come uniche vie per un contatto con il partner perché, nonostante la consapevolezza acquisita, c’è ancora una speranza di marcia indietro.

La fase di depressione è caratterizzata da un periodo di dolore, depressione e scoraggiamento scaturita dalla consapevolezza che la situazione non potrà essere risanata.

Durante l’ultima fase, quella dell’accettazione, come per l’elaborazione del lutto anche nella separazione si assiste ad una elaborazione dei sentimenti dolorosi che hanno accompagnato la persona fino a questo momento. Dall’accettazione si inizia a guardare avanti e a riprendere in mano la propria vita come persona singola e non come parte di una coppia.

In questa fase è di fondamentale importanza adottare alcune strategie che permettano di colmare quel vuoto che viene identificato esclusivamente con la persona amata. L’altro, fonte fino a quel momento di stati di malessere, rischia di essere idealizzato facendoci perdere di vista lo stato di dolore e frustrazione chetale relazione produceva.

Quando la separazione emotiva non attraversa queste fasi ma rimane ferma tra il rifiuto e la depressione, il legame non può definirsi sciolto. Chi non riesce psicologicamente ad accettare la fine della relazione non smetterà mai di sperare in un ritorno del partner, sarà quindi difficile riappropriarsi della propria vita e andare avanti continuando a confondere l’amore con altro.

Si può amare qualcuno che non ci ama? Il vuoto che sentiamo è l’assenza della persona o il crollo di una parte di noi?

Risulta, quindi, necessario un’elaborazione della separazione, affinché la persona possa lasciare alle spalle il dolore, la rabbia, i sensi di colpa e recuperare, anche attraverso un sostegno psicologico, parti sé annientate e frustate, e permettersi, attraverso l’amore per sé stesso, nuovi amori.